Stagione dopo stagione, la redazione di Canale Sassuolo presenta il proprio pagellone del campionato appena concluso, nel quale il Sassuolo ha festeggiato non solo la promozione in Serie A ma anche la vittoria della Serie B, la seconda della propria storia! Il nostro MVP stagionale è sicuramente Domenico Berardi, bandiera e simbolo di questa squadra che merita il 10 in pagella, ex aequo con Filippo Romagna, Armand Laurienté e mister Fabio Grosso. E per tutti gli altri? Non devi far altro che leggere il pagellone qui sotto.
Il pagellone del Sassuolo 2024-25: i Portieri
Horatiu MOLDOVAN 9: il portiere delle grandi occasioni preso per dare sicurezza tra i pali, sebbene Satalino non abbia mai fatto male prima del suo arrivo né quando è stato chiamato a sostituirlo. Curriculum internazionale e poche perplessità, il suo apporto è stato fondamentale in termini di affidabilità e fiducia alla squadra, specie nei momenti meno facili di alcune gare in cui il gruppo si è letteralmente aggrappato ai suoi interventi decisivi. Più volte le vittorie portano il suo nome, anche se le parate non compaiono nel tabellino. Al suo insediamento aveva confessato, senza troppi giri di parole, che Sassuolo sarebbe stata una tappa per rilanciare il suo nome verso altri lidi: il club del distretto ceramico lo riscatterà e una maglia da titolare in Serie A potrebbe ingolosirlo a restare, ma è difficile vederlo instaurare una dinastia alla Consigli.
Giacomo SATALINO 8: chi, ai nastri di partenza, avrebbe scommesso su di lui come titolare? Probabilmente nemmeno lui. Eppure, complice il tira e molla con la società in direzione diametralmente opposta del duo Consigli-Turati, si è ritagliato un posto importante, distinguendosi nelle prime giornate con diverse parate determinanti, mettendo le mani sui tre punti e tenendo in piedi una squadra non ancora rodata. L’arrivo di Moldovan lo ha riportato nel ruolo di dodicesimo, ma ogni volta che è stato chiamato a difendere la porta non ha mai fatto rimpiangere il compagno. Emblematico il suo contributo quando ha preso il posto del portiere rumeno infortunato, risultando fondamentale nei primi due successi che hanno dato il la alla serie record di sette vittorie consecutive, mantenendo sempre la porta inviolata.

Alessandro RUSSO 6+: con Satalino e Moldovan che hanno dato il meglio di sé, Russo ha totalizzato solo un gettone all’ultima, prendendo rete dal Frosinone solo su rigore: una situazione analoga a quella di due stagioni fa in Serie A, quando giocò soltanto Sassuolo-Fiorentina 1-3 all’ultima giornata. Peccato, perché ha sempre dimostrato che il talento non gli manca.
Il Pagellone dei difensori del Sassuolo
Filippo MISSORI 6: come nella scorsa stagione, ha giocato pochissimo, ma quando si è visto – anche contro il Catanzaro e il Frosinone nelle ultime due – ha sempre dato il suo apporto. Quella contro i calabresi rimane, però, la sua unica da titolare, a cui vanno aggiunte i due brevi spezzoni con Cremonese nella gara precedente e con il Cesena, addirittura alla seconda giornata. Troppo poco lo spazio per un giovane promettente come lui, chiuso nelle rotazioni sulla fascia destra da Toljan e Paz, paradossalmente meno di quanto totalizzato l’anno scorso in Serie A. Difficile vederlo confermato in rosa anche per il 2025/26, in cui vorrà rilanciarsi a livello personale e calcare il campo con più continuità.
Josh DOIG 9+: lo scozzese fa parte dei fuori categoria di questo torneo cadetto. Inutile trovargli difetti: tra lo strapotere fisico e una corsa a tutto campo, sembra essere tornato quello dei tempi del primo Doig ammirato a Verona, salvo poi un po’ perdersi per strada. Arrivato a gennaio 2024 “scappando” dagli scaligeri, che sembravano spacciati e che alla fine si sono salvati ai danni anche del Sassuolo, il terzino sinistro è rimasto, come se si sentisse “in dovere” di far vedere il suo reale potenziale ai neroverdi (oltre che per obblighi contrattuali). Ce l’ha fatta più che discretamente: e speriamo che l’anno prossimo ci regali più prodezze balistiche come quella con il Südtirol, oltre che un apporto sempre maggiore in termini di spinta sulla fascia, che risulta importante nel modulo con la difesa a quattro, e di assist, appena uno in stagione, anche se Doig ha accompagnato e liberato spazio sulla sua corsia per Laurienté.

Tijs VELTHUIS NG: zero presenze per lui, arrivato a gennaio per riempire uno slot in difesa. Ha pagato l’assenza di infortuni per un reparto che, da gennaio in poi, ha visto alternarsi i soli Lovato, Muharemovic e Romagna.
Kevin BONIFAZI NG: come sopra, più infortuni. Zero presenze per un giocatore che non ha bisogno di presentazioni e che, se in condizione, sarebbe potuto tornare utile.
Edoardo PIERAGNOLO 8: quando chiamato in causa, non ha mai fatto rimpiangere Doig. Grosso gli ha dato spazio e fiducia, lui lo ha ripagato appieno, specie con sgroppate offensive profonde. Gli è mancato solo il gol, a giudicare dalle stagioni in Primavera e soprattutto alla Reggiana, ma ci hanno pensato i suoi compagni a non far rimpiangere questa cosa. Anche la società ha puntato su di lui, ad ottobre scorso, mettendolo sotto contratto fino al 2029: l’impressione è che Pieragnolo sarà ai nastri di partenza della sua prima stagione in Serie A (a meno che non si decida di fargli trascorrere un’altra annata da titolare in cadetteria). E che meriti quantomeno una chance nella categoria superiore in alternanza con Doig, che è stato il primo giocatore abbracciato dalla panchina da Edo dopo il gol di Moro contro il Modena, segno di come il prodotto del settore giovanile sappia quale sia il suo posto all’interno del gruppo facendosi trovare pronto all’evenienza.
Yeferson PAZ 7: nella batteria di terzini, più volte Grosso, specie ad inizio stagione, gli ha concesso minutaggio, salvo poi virare più decisamente su Toljan. Non è facile passare da una squadra di media classifica in C, come il Perugia, a giocarsi il posto all’interno della dominatrice della Serie B. Ha mostrato qualche limite in copertura, a beneficio di una fase offensiva preponderante, con caratteristiche forse più adatte ad un 3-5-2 che ad una difesa a quattro. Piccola grande nota a margine: era lui l’unico giocatore sceso in piazza a Sassuolo il 13 aprile scorso per festeggiare la promozione in Serie A, motivo per cui è stato osannato dai tifosi.
Filippo ROMAGNA 10: Pippo è tornato. Difensore roccioso e di qualità, come nelle giovanili della Juve, anche con Grosso allenatore, e ai tempi di Cagliari. Il calvario degli infortuni sembra acqua passata, nonostante lui stesso tenga a ricordare quanto il Sassuolo sia stato un esempio nell’attenderlo e sostenerlo durante tutto il periodo lontano dal campo. Simbolo della rinascita neroverde dalle ceneri coincisa con quella personale. Sfiora in più occasioni il primo gol tra i professionisti, che avrebbe meritato ma che non toglie la ciliegina sulla torta di una stagione ai limiti della perfezione. Tra i giocatori in scadenza di contratto sembra quello più sicuro di rimanere.
Matteo LOVATO 8: inizia tra alti e bassi, con un’espulsione, sfortuna per i soliti infortuni, che ne hanno condizionato la carriera e forse limitato l’esplosione del suo potenziale, e tante panchine. Come ha spesso detto il mister, però, ogni giocatore sarebbe tornato utile: questo discorso non è valso per tutti ma per Lovato sicuramente sì, che ha fatto capire a chiare lettere perché fino alla chiamata del Sassuolo avesse calcato solo campi di Serie A, guadagnandosi di diritto il posto da titolare nella fase calda della stagione una volta ristabilitosi completamente dai guai fisici. Classico calciatore che se gioca in fiducia e concentrazione può limitare al minimo le sviste individuali che a tratti ha fatto vedere in carriera e fare il salto di qualità. L’obbligo di riscatto dalla Salernitana non sussiste per non aver raggiunto il numero minimo di presenze richiesto, ma chissà che Palmieri non possa bussare nuovamente alla porta dei campani per intavolare una trattativa, alla luce della possibile retrocessione dei campani. Sistemare la parte centrale della difesa tiene banco: sono mancati negli ultimi anni in casa neroverde elementi pienamente affidabili.

Jeremy TOLJAN 8.5: si conferma tra le bandiere di questo Sassuolo, un insostituibile, il giocatore in rosa, tolto Berardi, con più stagioni consecutive con la maglia neroverde insieme ad Obiang. Poco appariscente, ma questo ormai lo sappiamo: fa parte non solo del suo stile di gioco ma anche del suo carattere. Ha avuto un inizio un po’ burrascoso con Grosso (con anche una tribuna alla seconda giornata con il Cesena a mercato aperto), che specie ad inizio stagione gli ha preferito Paz: ma una volta chiarita la situazione, il tedesco non ha più lasciato la fascia destra che ormai al Mapei Stadium è come il giardino di casa, rivelandosi prezioso al servizio dei compagni con ben 7 assist a referto. Il tedesco rientra tra i giocatori in scadenza a giugno e resta da valutare se le parti avranno intenzione di proseguire nuovamente insieme la propria avventura di ritorno nell’olimpo del calcio.
Cas ODENTHAL 7: prima è un comprimario d’emergenza, poi arrivano gli straordinari. Ricade indietro nelle gerarchie a fine campionato, ma il bilancio per lui non può che essere positivo, come si confà a un difensore di chiara sostanza, autore anche di una rete. Da valutare il suo futuro: nonostante due promozioni in due anni, prima a Como e poi a Sassuolo, non sembra ancora del tutto pronto a ricoprire un ruolo da protagonista in Serie A, per via di qualche amnesia da matita rossa di troppo.
Tarik MUHAREMOVIC 9+: un leader di soli 22 anni. Difficile trovarne, specie al centro della difesa e specie a Sassuolo, ma il bosniaco rappresenta un talento puro e decisivo, come tanti veterani. La conferma del suo riscatto corrisponde al primo acquisto della nuova stagione. Autentico trascinatore fuori e dentro al campo, in cui “aizza” anche il boato dei tifosi dopo ogni sua chiusura decisiva su cui esulta come avesse segnato. A proposito di marcature, ne ha realizzate un paio tra campionato e Coppa e si è distinto in zona assist, ben due, con lanci millimetrici a scavalcare la linea di pressione avversaria da difensore moderno.
Kevin MIRANDA NG: mai sceso in campo in B, quanto meno si è tolto almeno la soddisfazione dell’esordio a San Siro, in Coppa Italia, prima di partire in direzione Monopoli a gennaio.
Il pagellone dei centrocampisti del Sassuolo
Andrea GHION 8.5: tornato finalmente alla base da protagonista, sale in cattedra, prendendosi le chiavi del centrocampo, facendo da playmaker specie quando manca Boloca nel centrocampo a 3 che è più nelle sue corde. L’infortunio non ne frena l’ascesa, dà equilibrio, ha senso della posizione e capacità di vedere prima la giocata quasi telecomandata di “magnanelliana” memoria, anche solo con una finta di corpo ad eludere l’intervento dell’avversario sapendo sempre dove è il pallone, dando l’impressione che il bello debba ancora venire. E dopo tanta gavetta e serie inferiori, sembra arrivato il momento di misurarsi con la Serie A per Ghion, dove ha già esordito nel lontano 2020 ma dove non ha mai avuto modo di giocarsi le proprie carte.
Daniel BOLOCA 8.5: è stato un Boloca meno appariscente della stagione d’esordio, dove forse ha contribuito molto l’effetto sorpresa o dove – aggiungiamo noi – le pessime prestazioni dei compagni hanno spesso fatto da contraltare in negativo alla sua dedizione, molto spesso isolata. La sua presenza è stata sempre fondamentale in campo, o meglio a “tutto campo”, fungendo sia difensore aggiunto che da uomo in più in zona gol: quest’anno sono ben quattro, un numero ben più cospicuo dell’unico centro contro il Bologna della scorsa stagione per un giocatore che fa dell’inserimento il proprio pane quotidiano. Come ammesso da lui stesso, un anno in B in più ha fatto bene a se stesso e al gruppo e ora l’ex Frosinone sembra essere giunto alla piena maturità per affrontare la massima serie. Da sottolineare il suo attaccamento alla maglia e al mondo Sassuolo, ribadita più volte nel corso delle interviste, in controtendenza rispetto a chi vede il lido neroverde come un punto di passaggio e non di attracco. Lui, che avrebbe potuto avere qualche richiesta in A, ha deciso di chiudere le porte sul nascere a qualsiasi offerta, manifestando di sentirsi in debito con la società dopo la retrocessione. Un debito ampiamente ripagato con gli interessi a suon di prestazioni di cuore, polmoni e intelligenza tattica.

Pedro OBIANG 8+: una bandiera. In campo consistenza, muscoli e cervello. Non gli si può volere male e quando entra – spesso dalla panchina – è sempre in grado di incidere sull’andamento della partita, bilanciando una squadra che negli interpreti e nello schieramento è sempre ultra-offensiva. Ad impreziosire una stagione rocciosa in fase difensiva anche la gioia personale del gol di Palermo che con la maglia neroverde mancava dalla trasferta in casa del Genoa del gennaio 2020. Anche lui, come Toljan e Romagna, in scadenza a giugno e le parti si dovranno incontrare nei prossimi giorni per decidere insieme il futuro.
Luca LIPANI 8: tra le pochissime note liete della scorsa annata, qualcuno forse si sarebbe aspettato di vederlo, almeno ai ranghi di partenza, tra i titolari nella categoria inferiore. Invece, inizialmente calca poco il campo, poi sempre di più, ma senza mai entrare stabilmente nell’undici iniziale per via delle sue doti importanti di rottura e di inserimento che risultano più utili a partita in corso. Proprio da subentrato, si toglie anche la soddisfazione di segnare il primo gol tra i professionisti contro il Cosenza, dopo un grande aggancio su assist del solito Berardi, mettendo la firma su una vittoria che, per come è arrivata, ha fatto capire al gruppo che la Serie A stava prendendo forma. Un talento cristallino che gode della fiducia di Grosso e che ha ancora tanti margini di miglioramento.
Luca MAZZITELLI 7: la minestra riscaldata a molti fa storcere il naso, ma il ritorno di Luca a gennaio ha coinciso con tante prestazioni convincenti, segno di come Sassuolo possa essere una terra non solo da cui andarsene ma anche in cui tornare. Due infortuni ne hanno minato la continuità, ma il suo apporto l’ha sempre dato portando il proprio mattoncino di promozione.
Edoardo IANNONI 8: il salto dalla C non ha influito sul suo percorso di crescita personale, anzi il contrario, probabilmente arrivare in punta di piedi e crescere al fianco di compagni di reparto di esperienza e di categoria superiore, per poi guadagnarsi a poco a poco la loro fiducia e quella del mister, ne ha aumentato il potenziale. Il suo innesto a fine mercato sembrava forzato, con un centrocampo già bello assortito: avevamo torto, dato che nessuno in rosa ha le sue caratteristiche e il suo cambio di passo riconoscibile che ha dato il la ad azioni letali, si prenda ad esempio il cost to cost di Mantova su tutti da cui scaturisce il vantaggio neroverde. Scoperta assoluta di Grosso, è sicuramente tra i ragazzi che hanno sempre lottato per una maglia da titolare. Si toglie anche la soddisfazione di una rete a risultato acquisito a Brescia.

Kristian THORSTVEDT 9.5: rimasto grazie a Fabio Grosso e alla società, rientra, ça va sans dire, tra quegli elementi nella rosa fuori categoria. Ha sempre fatto la differenza, con un’interpretazione moderna e imprescindibile nel ruolo di trequartista da perno del 4-2-3-1, e tirato la carretta per tutta la prima metà della stagione con ben 7 reti e 4 assist in 22 gare. L’intervento subito a gennaio lo ha costretto a rimanere fuori per tutto il girone di ritorno: il mancato 10 non è demerito, ma sfortuna. Non che gli altri abbiano demeritato, ma con la sua presenza non ce ne sarebbe stato per nessuno.
Simone VERDI 7+: arrivato a gennaio per supplire allo stop forzato del norvegese, trova due gol e tante buone prestazioni. Sempre a mezzo servizio, ci mette l’esperienza che serve in una categoria tanto ostica come la cadetteria, dove è sceso con tanta umiltà a più di dieci anni dall’ultima apparizione con anche un ruolo di accompagnamento dei giovani all’interno dello spogliatoio. Tornerà alla base al Como, ma non ha escluso un eventuale ritorno a Sassuolo in cui la sua conoscenza della Serie A anche a partita in corso potrebbe rivelarsi utile, confermando un’innata capacità di calciare allo stesso modo sia con il destro che con il sinistro.
Fabrizio CALIGARA 5.5: arrivato con le migliori aspettative dopo un’annata positiva ad Ascoli, pur finita con la retrocessione, il suo ex allenatore ai tempi delle giovanili della Juventus gli concede la fiducia, conoscendo le sue indiscusse qualità, che però Caligara non riesce ad esprimere, non risultando quasi mai incisivo, anzi a tratti distratto e approssimativo. Dopo la debacle in casa con la Cremonese, non rivede più il campo e si trasferisce a gennaio in direzione Salerno, dove si ripete la stessa situazione: fiducia all’inizio, poi solo panchine.
Justin KUMI 6.5: il capitano della Primavera Campione d’Italia parte con i migliori auspici servendo dopo pochi istanti dall’esordio in B l’assist per il rigore guadagnato da Laurienté a Catanzaro e offrendo una più che positiva prestazione nella gara con il Cesena, salvo poi anche lui non essere più schierato dopo i primi 45′ contro la Cremonese. La cessione in prestito a gennaio lo ha portato alla Reggiana, dove il suo talento non si è mai imposto ma dove, allo stesso tempo, è riuscito a regalarsi una salvezza insperata.
Kevin LEONE 6+: dopo il ritiro con la prima squadra, è tornato in pianta stabile in Primavera con cui ha sì conquistato i playoff per il terzo anno di fila, ma faticando molto per via degli infortuni. Riemerge all’ultima giornata con tanto di esordio in Prima Squadra positivo: una presenza meritata per uno dei gioielli più sfavillanti del settore giovanile neroverde.
Il pagellone degli attaccanti del Sassuolo
Cristian VOLPATO 8: il suo minutaggio è andato “a chiazze” ed in generale ha avuto meno spazio di quanto si poteva preventivare ad inizio stagione, nonostante l’infortunio di Thorstvedt e le ampie rotazioni offensive di Grosso. Quando è sceso in campo, però, difficilmente ha deluso: anzi, spesso sembrava anche in grado di avere molta più benzina in corpo. Si rivela tra i giocatori più decisivi della categoria in rapporto ai minuti giocati con ben 4 gol e 6 assist in 705′ con diversi scampoli negli ultimi minuti di gara. Non è bastata una stagione in Serie B per capire fin dove può arrivare questo giocatore, per il quale il Sassuolo ha compiuto un investimento pesante. Come da lui stesso dichiarato, l’intenzione è di proseguire insieme in Serie A, con uno step di maturità ulteriore raggiunto, dopo alcune cadute (un espulsione gratuita a partita finita a Castellamare da cui, a detta del mister, ha imparato), anche in termini di dialogo con i compagni, e non di preziosismi tecnici individuali fini a se stessi, e di imprevedibilità, grazie al nuovo ruolo che gli ha cucito Grosso addosso di trequartista e non solo di vice Berardi con cui si trova a meraviglia con giocate di fino da stropicciarsi gli occhi.

Samuele MULATTIERI 8.5: inizia con il botto trovando il primo gol neroverde in Coppa e in campionato, “scrollandosi la scimmia dalla spalla”, lui che nella scorsa Serie A non era riuscito a timbrare il cartellino. Parte con i galloni del titolare e mette a segno reti pesanti, ma a non essere del tutto convinto del proprio rendimento sembra essere in primis proprio lui: a tratti è un corpo estraneo, che quasi sbuffa al momento della sostituzione al 60′. Non è stata l’annata dei sogni come quella di due anni fa, dove ha chiuso con promozione e titolo di capocannoniere sempre guidato da Grosso, ma ha tolto le castagne dal fuoco in più di un’occasione, confermandosi autentico bomber capace di fare la differenza in B. Rimangono perplessità per l’affidabilità nella massima serie, specie per alcune pause di troppo in fase di lavoro spalle alla porta e di partecipazione alla manovra.
Domenico BERARDI 10: torna in campo ad ottobre, entro i tempi previsti dall’infortunio e forse anche un po’ prima: non una cosa scontata, visti i precedenti stop fisici. Fin da subito prende in mano la squadra che era rimasta orfana del suo leader tecnico, fungendo più da “mamma chioccia” che fa crescere i colleghi che da finalizzatore letale com’è sempre stato, spesso cercando più di regalare la gioia del gol ai compagni che quella personale, con ben 14 assist (e 6 reti) che portano la sua firma. Non a caso, il suo ritorno in pianta stabile tra i titolari, dopo tre spezzoni, coincide con la serie di sette vittorie di fila, inaugurata dal rigore segnato in casa contro il Mantova dopo il quale Mimmo scoppia in lacrime per l’emozione e la tensione tenuta dentro per troppo tempo, per non aver potuto dare una mano ai suoi ad evitare la retrocessione, in uno stadio che ormai è casa sua. Oltre a Berardi dentro il campo, c’è il plus del Berardi fuori dal campo che ha rinsaldato il legame con l’ambiente e con la società, aspetti che lo hanno portato a indossare nuovamente la fascia di capitano e a meritarsi di alzare la Coppa Nexus, festeggiando la propria seconda promozione in A nella massima serie dopo quella del 2013, della quale è l’unico reduce. Contro il Catanzaro il giocatore più rappresentativo del club del distretto ceramico tocca quota 399 presenze in tutte le competizioni con la maglia del Sassuolo, guadagnandosi di diritto lo striscione “Habemus Mimmum”. E ora Berardi e il Sassuolo sono pronti a scrivere una nuova pagina di storia insieme.
Luca MORO 8.5: una delle sorprese più liete di questa stagione. Rimasto in rosa dopo un’annata da separato in casa con lo Spezia, si guadagna il ruolo di secondo centravanti e anche qualcosina in più, perlomeno nella seconda metà di stagione. Segna gol pesanti, ben 7, tra cui quello della vittoria con il Pisa, e soprattutto di pregevole fattura, a cui va aggiunto un progressivo miglioramento anche in fase di manovra con un sempre più efficace lavoro di sponda in appoggio alla squadra. E’ stata la stagione del riscatto per Moro, che adesso dovrà decidere il da farsi.

Armand LAURIENTE’ 10: siamo stati tra i più critici riguardo alla sua permanenza. Il Sassuolo ha fatto barricate pur di trattenerlo e il francese, sbuffando inizialmente, si è adeguato e si è caricato la squadra sulle spalle con 18 gol (e 9 passaggi chiave), che gli valgono il titolo di capocannoniere di Serie B, nonché il premio MVP stagionale della categoria. E’ stato bravo Grosso a far risaltare la sua evidente individualità senza che sfociasse nell’individualismo, come paventavamo in estate, con una ritrovata lucidità nella zona calda, dopo gli appena 5 gol in 37 gare della passata annata, fiducia nei propri indubbi mezzi tecnici e una forse sconosciuta continuità di prestazione nell’arco della gara ancora.
Nicholas PIERINI 9.5: dal primo momento in cui è arrivato, non abbiamo avuto dubbi sulla bontà di questo ritorno. Un giocatore che lascia la Serie A dopo averla conquistata da trascinatore con il Venezia, per il richiamo del Sassuolo e del mentore Francesco Palmieri, non può che avere quel quid in più mentale oltre che tecnico. Sono dieci i gol in campionato per Pierini: niente male per essere il dodicesimo uomo a disposizione di Grosso, sono infatti ben 6 le marcature realizzate da subentrato. La sua figura trasuda positività e spirito giusto, in campo e nelle interviste. La speranza è quella di avere Pierini in rosa anche in Serie A: a otto anni dall’esordio con Bucchi, si chiuderebbe un cerchio. Insieme a Berardi, Ghion, Pieragnolo, Satalino e Paz, qualora dovessero rimanere, andrebbe a rinfoltire la colonia dei prodotti del settore giovanile neroverde nella massima categoria nazionale.
Laurs SKJELLERUP 6.5: un acquisto invernale usato col contagocce, come d’altronde la quasi totalità degli innesti di gennaio. I 3 milioni e mezzo spesi per il danese sembrano uno sproposito anche a chi conosce i campionati nordici, ma il Sassuolo non è nuovo a tirare fuori conigli dal cilindro del genere. Ma soprattutto, non c’è società che più del Sassuolo capace di aspettare che i propri investimenti fruttino: non era in questi sei mesi che il Sassuolo attendeva risposte da Skjellerup, che per adesso non è sembrato in grado di insidiare i concorrenti di reparto anche per via, come sottolineato da Grosso, degli infortuni che ne hanno limitato la conoscenza con i compagni e con i meccanismi di gioco.
Janis ANTISTE 7-: storia strana la sua. Schierato per sostituire il probabile partente Laurienté sul gong del mercato, poi rimasto, decide con una rete e un assist la partita con il Cesena, salvo poi uscire dai radar visto il ritorno del connazionale e degli altri giocatori offensivi. Anche lui tra gli “epurati” dopo la Cremonese, ma non per demeriti propri. Amara la partenza per il Norimberga ma, anche in Bundesliga 2, si toglie diverse soddisfazioni e realizza ben 5 reti (e manca ancora una giornata).
Flavio RUSSO 7-: pronti via, il capocannoniere del Campionato Primavera scorso appena entrato sfiora la rete alla prima in B con il Catanzaro e segna all’esordio da titolare nella gara successiva con il Cesena. Un debutto da sogno che sembra da predestinato per la punta originaria di Catania che entra nelle rotazioni offensive, con un prezioso lavoro al servizio della squadra ad aprire gli spazi ai compagni. A gennaio, venendo relegato di fatto a quarta scelta al centro dell’attacco, saluta tutti e va in prestito a Cesena, dove trova tanti minuti ma purtroppo nessuna rete (in attesa dei playoff), pur con tanti segnali di potenziale ancora inespresso.
Luca D’ANDREA 6+: il gol in Coppa Italia contro il Lecce ha fatto il paio con l’assist a Kyriakopoulos in casa dell’Atalanta di due stagioni fa, probabilmente i momenti più alti di D’Andrea in neroverde. Con il ritorno di Berardi, anche con Volpato e Antiste usati con il contagocce, D’Andrea non è più riuscito a trovare spazio ed è andato al Brescia, con cui si è salvato all’ultimo respiro. Per D’Andrea è un’altra stagione interlocutoria a livello personale, ma il ragazzo è ancora giovane e limando alcuni dettagli può puntare all’esplosione definitiva.
Il voto di mister Fabio Grosso
Fabio GROSSO 10: a lungo corteggiato dall’ad Carnevali, l’arrivo di Grosso in neroverde si è concretizzato proprio nell’anno della retrocessione in Serie B, categoria che il tecnico abruzzese conosce molto bene. Il passaggio da una piazza calda come Lione al Sassuolo non deve trarre in inganno: c’erano tante aspettative nei confronti del Sassuolo e in un campionato come la Serie B è molto facile disattenderle, come ha rimarcato in pressoché ogni dichiarazione a mezzo stampa. Poco conta l’aspetto tecnico: se contasse solo questo, forse i neroverdi non sarebbero mai retrocessi. La conquista maggiore di Grosso è stata quella di dare continuità e riportare serenità nello spogliatoio e connessione con l’ambiente. Se questo sarà stato solo per l’arrivo dei risultati sportivi e non per un reale cambio di mentalità a lungo termine della piazza, lo scopriremo presto: per il momento, possiamo solo dire che Grosso ha portato a termine una stagione perfetta.